Ci sono dati incoraggianti in Puglia per il settore lavorativo e le nuove occupazioni. Nel 2022, infatti, la Puglia si è attestata come la prima regione nel Mezzogiorno per aumento del numero degli occupati e la quarta in Italia dopo Toscana, Lombardia e Veneto.

A confermarlo sono i dati riferiti all’anno scorso: sono stati sessantamila gli occupati in più rispetto al 2021 e le esportazioni hanno superato, per la prima volta dal 2000, la soglia dei 10 miliardi di euro. Questo è il quadro economico della Puglia nel 2022 pubblicato dall’Istat nella sua banca dati e comunicati dalla Regione Puglia.

Dati incoraggianti se si pensa che gli occupati sono passati dai 1,207 milioni del 2021 ai 1,267 milioni del 2022 e se si considera che il numero dei nuovi lavoratori hanno superato il dato pre pandemia: nel 2019 il numero di occupati si fermò a 1,216 milioni. 

Grande la soddisfazione dell’assessore allo Sviluppo economico della Regione Puglia,  Alessandro Delli Noci,  che ha commentato così, al Corriere del Mezzogiorno, i dati comunicati dall’Istat: “Il motivo della nostra soddisfazione non è tanto nei numeri, benché in netto miglioramento rispetto al 2021 e al periodo precedente la pandemia, quanto nella qualità dell’occupazione.

L‘aumento dei lavoratori in Puglia coinvolge principalmente i dipendenti a tempo indeterminato, che crescono di 38mila unità, e i lavoratori indipendenti, mentre risultano in calo gli occupati a tempo determinato, segno della vitalità delle imprese e degli imprenditori ma anche una risposta alle nostre politiche che hanno generato negli anni un aumento di occupati di oltre 37mila unità, agevolando più di 17mila imprese”.

Tuttavia per il segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo, il dato è un ottimo risultato ma c’è ancora da lavorare soprattutto su divari di genere, generazionali e tra i territori. Temi che sottolineano la necessità di un impegno sempre maggiore sul versante occupazionale.