In Iran per la morte di Mahsa: arresti e fuoco sulla folla

di Cesare Zampa

Dura repressione della polizia a Teheran contro i manifestanti
Vip minacciati sulla TV di Stato e reporter incarcerati

Continua la repressione del governo iraniano contro le proteste innescate dalla morte di Mahsa Amini, morta il 16 settembre scorso, dopo essere stata arrestata dalla polizia a Teheran per non aver indossato correttamente il velo. Sono quasi tremila i manifestanti e gli attivisti civili finiti in carcere. Almeno 83 persone – tra cui bambini – sarebbero stati uccisi nella dura repressione della polizia, secondo i dati divulgati dall’Iran Human Rights, l’organizzazione internazionale per i diritti umani che condanna con fermezza l’uccisione di massa dei manifestanti.

Il vortice della repressione governativa non ha risparmiato nemmeno le celebrità. Sull’IRIB, la tv di Stato iraniana, i vip sono stati minacciati di essere arrestati qualora avessero sostenuto le proteste. Arresto che ha già coinvolto 18 giornalisti, come hanno denunciato Reporter Senza Frontiere e l’organizzazione americana indipendente Committee to Project Journalists (Cpj).
Inoltre, è stato interrotto l’accesso a Internet negli ultimi sette giorni: le applicazioni straniere sono tutte inattive e i relativi siti web sono stati filtrati.

Mahsa Amini era stata arrestata dalla polizia morale perché non indossava il velo in modo corretto. Svenuta alla stazione di polizia di Vozara, era entrata in coma e poi è morta il 16 settembre all’ospedale di Kasra. Secondo alcune testimonianze riportare sul sito la giovane donna sarebbe stata picchiata dagli agenti, nel furgone della polizia.

Fonte foto: The Indian EXPRESS

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