Tre anni di reclusione e una sanzione da 5mila euro per il neurologo Vito Covelli e il padre Michele, accusati di avere riciclato il denaro di una maxi-evasione fiscale nell’acquisto di immobili nel centro di Bari. Questo è quanto ha stabilito il Tribunale presieduto dal giudice Marco Guida che ha assolto, invece, il commercialista Fabio Quaranta (accusato di concorso nel reato fiscale non di riciclaggio) e l’ex direttrice di una filiale della Banca Popolare di Bari, Angela Saponaro.
Al termine del processo, il Tribunale ha ritenuto chiare le responsabilità dei Covelli, padre e figlio. L’inchiesta, risale a molti anni fa, quando la Direzione distrettuale antimafia ha acceso i riflettori su alcuni certificati medici firmati da Covelli e destinati a esponenti di clan baresi. Partiti gli accertamenti fiscali, la Guardia di finanza avrebbe scoperto che il medico avrebbe omesso in modo volontario di rendere nota la maggior parte dei guadagni ottenuti con l’attività privata, al punto da maturare un debito da 1,5 milioni con l’erario.