La Corte d’appello di Venezia ha quasi dimezzato la pena a Gianni Zonin, ex presidente della Banca Popolare di Vicenza. La condanna è, infatti, di tre anni e undici mesi di reclusione. In primo grado era stata di 6 anni e mezzo inflitta il 19 marzo 2021. Inoltre, la sentenza ha revocato anche a confisca dei beni dal valore di 963 milioni.
Le indagini sono partite nel settembre del 2015 con una perquisizione della Guardia di finanza nella sede della Banca Popolare di Vicenza. Zonin e soci sono stati accusati di aggiotaggio, per trarre profitti illeciti, e ostacolo alla vigilanza. La banca proponeva, ai propri clienti le “operazioni baciate“, considerate nulle dal Codice Civile.
Nel 2019, sono arrivate le condanne, in primo grado, per Zonin, l’ex vicedirettore, Giustini (sei anni e tre mesi) e per gli altri due vice dg, Marin e Piazzetta (sei anni); assolti, invece, l’ex consigliere d’amministrazione, Zigliotto, e il manager, Pellegrini.
La Corte d’appello ha ridotto le sentenze di Zonin, Giustini (due anni, sette mesi e 15 giorni), Piazzetta (tre anni e undici mesi) e Marin (tre anni, quattro mesi e 15 giorni). Doccia fredda, invece, per Pellegrini, anche lui condannato per tre anni e undici mesi; confermata, invece, l’assoluzione per Zigliotto.