Piantedosi e polemica Rave:
«Diritti costituzionali garantiti»

di Cesare Zampa

Il ministro dell’Interno interviene dopo le polemiche
Obiettivo del decreto: tutelare l’incolumità pubblica

Il contrasto ai rave illegali è un interesse comune, secondo il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che ha risposto così alle polemiche scaturite dal decreto emanato nei giorni scorsi. Il provvedimento ha introdotto alcune norme per punire chi organizza – e chi partecipa – a raduni non autorizzati. Oltre alla confisca di tutti i materiali usati nell’eventuale occupazione, il documento licenziato dal Consiglio dei Ministri prevede la reclusione da tre a sei anni e sanzioni da mille fino a 10mila euro.
Misure eccessive secondo le opposizioni, che rischierebbero di soffocare il diritto all’espressione del dissenso da parte dei cittadini.

Ma per l’esecutivo, si tratterebbe solo di misure dettate dal buonsenso. E oggi è stata la stessa presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a fare eco al titolare del Viminale. L’inquilina di Palazzo Chigi ha infatti rassicurato i cittadini sulla salvaguardia del diritto alla libera espressione del dissenso, affermando che sarà sempre garantito, se però conforme alle disposizioni di legge.  «Trovo offensivo attribuirci la volontà di intervenire in altri contesti, in cui si esercitano diritti costituzionalmente garantiti a cui la norma chiaramente non fa alcun riferimento», ha commentato Piantedosi.

Il ministro, intervistato dal Corriere della Sera, ha chiarito l’obiettivo della norma contro i rave abusivi: tutelare la sicurezza degli stessi manifestanti (che a volte occupano luoghi pubblici e abbandonati, non sicuri), quella dei commercianti e dei residenti delle zone coinvolte nelle manifestazioni non autorizzate.
«In ogni caso, la conversione dei decreti si fa in Parlamento, non sui social – ha aggiunto – In quella sede ogni proposta sarà esaminata dal governo».

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