Roberto Maroni, esponente di spicco della Lega e ex ministro dell’Interno, è morto oggi dopo una lunga malattia nella sua casa di Lozza (nel Varesotto): aveva 67 anni. L’ex ministro dell’Interno e segretario della Lega lottava dal 2021 contro un tumore che lo ha costretto anche ad abbandonare la politica. I funerali avranno luogo venerdì alle 11 alla Basilica di San Vittore a Varese.
Inguaribile ottimista, Maroni era sposato e aveva due figli. Laureato in giurisprudenza, avvocato, era stato responsabile dell’ufficio legale della sede italiana di una multinazionale statunitense. Tifoso del Milan, l’ex ministro aveva anche la passione per la musica e suonava il sassofono in una band. È stato il braccio destro di Bossi e il numero due della Lega Lombardia sin dalle origini. Per Maroni, l’incontro nel 1979 con Umberto Bossi cambiò la sua vita: se “lui è il papà della Lega, io ne sono la mamma”, spiegava. E da quel giorno la politica diventò il suo lavoro. Numerosi gli attestati di stima e di cordoglio degli esponenti di tanti partiti. Anche il presidente della Repubblica Mattarella ha inviato un messaggio ai familiari.