Scacco matto dell’Europol al Dark Web. Era l’ottobre del 2021 quando le polizie di diversi Paesi del mondo, in collaborazione con l’Europol, portarono a termine l’operazione “Dark HunTOR”, finalizzata anche a sensibilizzare l’opinione pubblica sui pericoli connessi alla navigazione e all’acquisto di merce illegale sui “mercati neri” digitali. Risultato dell’operazione: lo smantellamento di un grosso mercato attivo nel dark web. La maxi-retata portò all’arresto di 150 persone tra Australia, Bulgaria, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti. Tutti gli arrestati – di cui 4 italiani – erano coinvolti nell’acquisto o nella vendita di beni illegali online. L’operazione consentì, infatti, di recuperare 26,7milioni di dollari in contanti e in bitcoin; furono inoltre sequestrati quasi due quintali e mezzo di droga (tra cui 25mila pillole di ecstasy) e 45 armi da fuoco. Tutto era scaturito nel gennaio dello stesso anno, dopo la chiusura da parte della polizia tedesca del “DarkMarket”, gestito da un australiano, per la vendita di droga, carte di credito rubate e malware.
Il Dark Web “sommerge” anche la Puglia
La testa nel “tacco”. Il Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza di Roma, a maggio 2021, portò a termine una complessa indagine sul Dark Web, coordinata dalla procura di Brescia, da cui emerse un grosso mercato d’affari pugliese. L’operazione, denominata “Darknet.Drug”, si concentrò sul “Berlusconi Market”, un sito di e-commerce dedicato alla vendita di merci illegali nel Dark Web, per un volume d’affari di circa due milioni di euro all’anno. Furono arrestati tre giovani residenti in Puglia, ritenuti gli amministratori della piattaforma clandestina che sfruttava l’anonimato del software Tor, tipico del Dark Web. Si tratta di un 26enne di Barletta, di suo cugino 27enne di Andria, e di un 19enne di Putignano, studente di Ingegneria informatica al Politecnico di Torino. Quest’ultimo era considerato la “mente” del trio. Secondo il comunicato della Guardia di Finanza, i tre avevano costituito «una associazione a delinquere per l’amministrazione della piattaforma Berlusconi Market, poiché: – hanno sostenuto le spese relative al suo funzionamento; – hanno preso le decisioni relative alla gestione; – erano in possesso delle credenziali di amministratore; – hanno suddiviso tra loro i proventi illeciti maturati per circa 41 bitcoin, pari a circa 400.000,00 euro a fronte di un volume complessivo di transazioni annue pari a circa 2 milioni di euro».
Durante l’operazione furono inoltre sequestrati oltre due chili di stupefacenti (cocaina, ketamina, MDMA) pronti per essere venduta online, 163 pasticche di ecstasy e 78 francobolli impregnati di LSD. Poi, ancora, un bilancino di precisione e numerose confezioni di presunti medicinali e farmaci illeciti, sottoposti ad analisi tecnica. Fu poi sequestrato un locale commerciale a Barletta, in cui si scambiavano i Bitcoin, la moneta virtuale diffusa nei traffici illeciti nel Dark Web attraverso cui avvenivano alcuni pagamenti della merce. Furono eseguite altre cinque perquisizioni domiciliari a Barletta, Andria, Putignano e Torino, con sequestro di dispositivi tecnologici come personal computer, notebook, memorie digitali e smartphone.
Per la consegna, invece, il sistema era semplice. Gli stupefacenti erano spediti attraverso il canale di Poste Italiane. La consegna delle armi, invece, avveniva in Italia, ma seguendo rotte alternative con scali in Germania, Svezia e Stati Uniti.
Dopo le operazioni dell’FBI statunitense e della polizia olandese nei confronti dei Black Market “Silk Road”, “Alfa Bay” e “Hansa Market”, il Berlusconi Market è il quarto esempio al mondo di Black Market del Dark Web “chiuso”. È il dato comunicato nella nota delle fiamme gialle alla stampa.
Anche l’avvocato nei guai
Nell’ambito dell’inchiesta della Procura bresciana sul “Berlusconi Market” a settembre 2021 scaturì un secondo filone parallelo, che vede coinvolto anche il difensore dei tre giovani pugliesi arrestati e ora a piede libero. Si tratta dell’avvocato Michele Cianci, amministratore delegato della Barsa, l’azienda del Comune di Barletta che si occupa di servizi ambientali. Il legale è stato sottoposto a perquisizione e agli arresti domiciliari, su ordinanza del gip Angela Corvi, che a fine settembre lo ha interrogato per un’ora e mezza. Per l’accusa, avrebbe saputo dell’esistenza della piattaforma illegale prima degli arresti a carico dei suoi assistiti, senza averlo denunciato alle autorità competenti. Per questo il pubblico ministero Erica Battaglia crede che il professionista abbia travalicato le sue funzioni e Cianci deve rispondere di concorso esterno in associazione a delinquere, finalizzata allo spaccio. «A distanza di due anni dal primo, è iniziato il secondo procedimento a carico dei tre ragazzi, dell’avvocato Cianci e di altri soggetti» ha spiegato a Mediaterraneo News il difensore di Cianci, l’avvocato Claudio Cioce. «In particolare ai giovani è contestato il reato di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti – ha aggiunto Cioce -. Noi avvocati abbiamo però il segreto professionale e a volte ci portiamo questi pesi a casa».
Il filone d’inchiesta parallelo è in fase di indagini preliminari e Cioce non si è sbilanciato nelle dichiarazioni, senza entrare nel merito del procedimento. Dal canto suo, infine, Cianci aveva dichiarato a La Gazzetta del mezzogiorno di essere tranquillo e di avere «massima fiducia nella magistratura». «Sono certo di poter al più presto chiarire tutto – ha concluso Cianci, che ha specificato come -. La misura non è in alcun modo connessa alla mia attività di amministratore della Barsa».
Cos’è la Swascan?
La Swascan è una società di cybersecurity controllata dalla Tinexta S.p.a., che nel 2021 ha fatturato oltre 375mln di euro di ricavi, con un utile netto pari a quasi 40mln di euro e controllata, a sua volta, da Tecno Holding S.p.A. Quest’ultima è una società finanziaria partecipata da Camere di Commercio, società del sistema camerale e l’Unione Nazionale. Gestisce partecipazioni in società italiane ed estere, per le quali svolge attività di indirizzo strategico e di coordinamento tecnico, finanziario e amministrativo. Nell’ambito della propria gestione finanziaria, amministra e gestisce beni immobili.
Le opinioni
L’Italia, come visto già dagli arresti, non è stata esente da questa operazione. E non lo è nemmeno per quanto riguarda i crimini informatici. Lo ha affermato Pierguido Iezzi, amministratore delegato di Swascan. «L’Italia è il paese più colpito dal commercio illegale di dati e credenziali in Europa – ha detto Iezzi – Il Dark web si è trasformato in un e-commerce criminale sempre più facilmente accessibile a tutti, attirando una crescita esponenziale di nuovi utenti disponibili a queste transazioni illegali». In base a una ricerca di Swescan, l’Italia è la nazione più colpita in Europa dagli effetti del commercio illegale di dati e credenziali
Fonte foto: Lega Nerd