Allarme Trichinosi in Puglia:
dieci contagiati nel Foggiano

di Francesco Maria Ventrella
Foto di: Immediato.it

A San Marco in Lamis, nel Foggiano, sono stati segnalati dieci casi di Trichinosi, una malattia provocata da un parassita intestinale in grado di infettare i mammiferi, tra cui l’uomo, gli uccelli e i rettili, soprattutto quelli carnivori e onnivori. L’ipotesi più accreditata dagli igienisti è che i soggetti positivi abbiano consumato carne di cinghiale non controllata, che sarebbe arrivata sulla loro tavola dopo una battuta di caccia sui Monti Dauni. Il parassita resiste a lungo nelle carni in putrefazione e quando viene ingerito da un altro animale, questo si infetta e il ciclo riprende.

Il contagio nell’uomo avviene esclusivamente per via alimentare, attraverso il consumo di carne cruda o non cotta a sufficienza, contenente larve del parassita. L’ incubazione dura tra gli 8 e i 15 giorni ma può variare dai 5 e ai 45 giorni, a seconda della quantità di parassiti ingeriti. Il quadro clinico varia dalle infezioni asintomatiche a casi particolarmente gravi, in alcuni casi fino al decesso. I sintomi sono caratterizzati da diarrea (presente in circa il 40% degli individui infetti), dolori muscolari, debolezza, sudorazione, edemi alle palpebre superiori, fotofobia e febbre.

È un parassita molto tenace. Può resistere per un mese al congelamento a -15 C° ma viene inattivato se la temperatura di cottura nel cuore delle carni raggiunge i 70 C° per almeno 4 minuti. In passato, i focolai umani osservati in Puglia sono stati causati dal consumo di carni crude di cavallo importate dall’estero, suini allevati allo stato brado e macellati clandestinamente e da salsicce di cinghiale.

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