Dark Web, cosa nasconde
la parte oscura di internet

di Francesco Maria Ventrella

La nostra epoca è caratterizzata dal vivere una parte significativa della nostra vita in rete. Come in tutte le attività umane, anche il web ha il suo lato oscuro: il Dark Web e il Deep Web. Ma cosa sono? Spesso questi due concetti vengono confusi tra loro ed è necessario puntualizzare in cosa consistono. Per spiegare questa differenza possiamo analizzare il Web come secondo la teoria dell’iceberg, concetto coniato dal data analyst Denis Shestakov: la cima che fuoriesce dall’acqua è il cosiddetto Surface Web o “Web di superficie”, ovvero l’insieme di tutte le pagine indicizzate nei comuni motori di ricerca, ad esempio Google, Bing e Reddit. Tutto ciò che possiamo normalmente consultare con le giuste parole chiave. Il centro sommerso dell’iceberg è il Deep Web ed è costituito da tutte quelle pagine non indicizzate, cioè sprovviste di URL e da tutte le pagine raggiungibili solo immettendo un nome utente ed una password: un esempio sono il nostro profilo Facebook, il sito web della nostra banca che ci mostra saldo e movimenti del conto corrente o siti cloud dove archiviamo i file. Si tratta di quella parte di rete in cui conserviamo i nostri dati più sensibili e privati, al riparo da malintenzionati che potrebbero farne un uso illegale e a nostro danno. Il Dark Web è invece la restante porzione di iceberg sommersa fino al fondo, quella parte di internet che si appoggia su delle reti chiuse e sovrapposte dette darknet, pensate per far restare chi naviga nell’anonimato più totale.

Immagine rappresentativa del “The Iceberg Concept” Fonte: International Journal of Scientific & Engineering Research

Normalmente internet è pubblica e non anonima e qualsiasi azione viene tracciata, monitorata e memorizzata attraverso il nostro indirizzo IP. Tramite queste darknet e i loro browser dedicati è possibile rendersi anonimi sfruttando il “rimbalzo” della connessione tra più nodi della rete web, in tal modo l’IP tracciabile sarà quello dell’ultimo nodo raggiunto. Per esempio connettendosi da Roma, il nostro indirizzo IP risulterà in un altro Stato, quello dell’ultimo nodo della catena di rimbalzi.

Il valore positivo delle darknet, soprattutto per chi vive in regimi totalitari, sta nella possibilità di consultare contenuti senza filtri governativi e diffondere notizie e materiale che altrimenti sarebbero censurati. Siti che da questo punto di vista, offrono grande supporto a quei Paesi dove la libertà di stampa non esiste o è altamente limitata e monitorata. E’ il caso di ProPublica, una società di giornalismo investigativo che ha anche vinto nel 2016 il premio Pulitzer con un rapporto sugli abusi sessuali. E’ anche accessibile sull’internet in chiaro, ovvero la normale rete che si utilizza abitualmente. Un altro esempio è quello di SecureDrop una piattaforma software gratuita per la comunicazione sicura tra giornalisti, fonti e informatori, utile a scambiarsi in maniera anonima documenti e segnalazioni. Su queste reti è quindi possibile trovare contenuti di ogni tipo, ma soprattutto illegali: vendita e scambio di armi e droga che è possibile pagare con cripto valute non rintracciabili, database di password e account trafugati, carte di credito clonate, pedopornografia, servizi illegali su commissione (dal semplice hacking all’omicidio) e malware scaricabili di ogni tipo. Ma anche materiale coperto da copyright e distribuito illegalmente come film e musica.

 

Dark Web e Darknet: istruzioni per l’uso

Come si entra? Prima di accedervi è consigliato chiudere la maggior parte dei programmi o delle app in esecuzione. E di conseguenza se non se ne è provvisti, scaricare e utilizzare una VPN (Rete privata virtuale) per una maggiore sicurezza.

La darknet più famosa è Tor (acronimo di The Onion Router). Secondo Tor Metrics, il browser in questione è usato giornalmente in media da quasi 2,5 milioni di persone. Al primo posto ci sono gli Stati Uniti con circa 500mila utenti stabili. In Italia ad oggi se ne contano poco più di 35mila, dato che sta decrescendo negli ultimi anni. Tra il 2012 e il 2013 secondo l’Oxford Internet Institute, l’Italia contava infatti più di 76mila utenti giornalieri, un quinto degli utenti di Tor europei.

Nello specifico, Tor permette di creare un network estremamente ampio in grado di rendere anonimi tutti gli utenti, crittografando e poi inviando i dati attraverso molti nodi diversi. Ciò comporta però un rallentamento della connessione, con conseguenze sulla velocità di navigazione.

Nelle sue versioni Tor Browser è disponibile per Windows, macOS, Linux e, da qualche tempo, anche per i dispositivi mobili IPhone e Android.

Installare Tor Browser è molto semplice: basterà andare sul sito ufficiale https://www.torproject.org/ e cliccare su uno dei quattro banner in base al proprio sistema operativo per scaricare il programma.

 

Una volta scaricato, apparirà una finestra dove cliccare “Connect”.

 

Si aprirà direttamente la homepage del browser da cui sarà subito possibile navigare digitando nella barra di ricerca. E’ necessario conoscere i siti che si vuole raggiungere per trovare quello che cerchiamo e per ridurre il rischio di incappare in siti criminali e di subire attacchi informatici.

Per entrare nel Dark Web con Tor, si necessita infatti di siti web utilizzabili che mostrano nel link la dicitura “onion”, che in inglese significa cipolla, così come rappresentata nel logo del programma al posto della lettera O.

Vediamo alcuni esempi di siti utili:

Danielhttp://donionsixbjtiohce24abfgsffo2l4t
k26qx464zylumgejukfq2
vead.onion/onions.php

Daniel offre un elenco di 7000 indirizzi .onion. suddivisi in diverse categorie per facilitare la navigazione dell’utente. Nell’elenco è inoltre possibile controllare se un sito risulti online o meno.

 

Ahmiahttp://msydqstlz2kzerdg.onion

Ahmia è un motore di ricerca a servizio nascosto. Uno dei suoi pro è quello di rimuovere i contenuti pedopornografici dai suoi risultati di ricerca.

 

DuckDuckGo: https://3g2upl4pq6kufc4m.onion

Anch’esso un motore di ricerca spesso integrato nelle ultime versioni di Tor. E’ stato concepito sull’idea di non raccogliere i dati degli utenti e i risultati che mostra sono sempre neutrali.

 

Hidden Answers: http://answerszuvs3gg2l64e6hmnryudl5zgrmwm3vh65hzszdghblddvfiqd.onion

Hidden Answers è la versione dark web di Quora, Yahoo Answers e Reddit. Una volta entrati nel sito, le domande su Hidden Answers coprono svariati argomenti. Da come cambiare identità per scappare dall’Fbi a come aprire un bar a Caracas.

 

I rischi del Dark Web

Usufruire del Dark Web, per quanto da un lato affascinante, sebbene pericoloso, porta naturalmente con sé alcune minacce: la maggior parte dei siti web non sono indicizzati e non sono validati da alcun tipo di certificazione ufficiale, di conseguenza in questo selvaggio terreno informatico è facile incappare in truffe. Ciò vale soprattutto se si prova ad acquistare qualcosa di illegale o discutibile. Inoltre, è facile anche imbattersi in software dannosi come keylogger, ransomware e malware. Lo stesso vale anche per molti siti web basati su Tor. I governi monitorano in maniera rigorosa e costante tutto ciò che è illegale, ritenuto potenzialmente dannoso e per contrastare potenziali minacce a livello globale e locale. Navigare nel dark web in Italia costituisce quindi reato? No. Infatti accedervi non comporta nessun rischio penale, ma interagendo si corre il rischio concreto di farsi complici, anche inconsapevoli, di azioni criminali. Illegale è ciò che, in parte, si trova all’interno di alcuni siti. Tutto dipende da come si utilizza e cosa si sceglie di cercare. L’illegalità dell’azione subentra quando, per fare alcuni esempi, si procede all’acquisto di prodotti di contrabbando o si commettono altri reati, come vendere dati personali o scambiare materiale pedopornografico. Di conseguenza non è illegale il “mezzo”, bensì il modo in cui lo si usa.

 

Legenda:

Keylogger: programmi in esecuzione, come processi in background su computer o altri dispositivi, che registrano i tasti premuti dall’utente sulla propria tastiera, ad esempio eventuali password digitate.

Ransomware: programma informatico che può “infettare” un dispositivo digitale (PC, tablet, smartphone, smart TV), bloccando l’accesso a tutti o ad alcuni dei suoi contenuti (foto, video, file, ecc.) per poi chiedere un riscatto da pagare per sbloccarli.

Malware: software malevoli capaci di intrufolarsi nei computer, nei dispositivi mobili e nelle reti aziendali per rubare dati personali, spiare le vittime e danneggiare i sistemi infetti. (ad esempio attivare microfono e webcam a insaputa dell’utente, furto di identità digitale e uso abusivo e nascosto degli account mail per operazioni di spamming e diffusione di virus).

 

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