Terzo segreto di satira a Bari:
far ridere viene prima di tutto

di Silvio Detoma

Satirici fin dal nome, ecco a Bari “Il terzo segreto di satira”. Ieri sera la presentazione del loro secondo film “Domino23” all’AncheCinema, unica tappa in Puglia. Il collettivo di comici, nati a Milano su Youtube nel febbraio 2011, racconta il rapporto con la satira, l’arte con cui è possibile rovesciare la realtà, ai tempi del politicamente corretto e dell’intelligenza artificiale “ChatGPT”. Pietro Belfiore, Davide Bonacina, Davide Rossi, Andrea Fadenti e Andrea Mazzarella, tutti studenti della Civica Scuola di Cinema, Televisione e Nuovi Media nel film ospitano camei inaspettati e stand-up comedian, come Luca Ravenna e Stefano Rapone.

Qual è il compito della satira oggi, se ne ha uno?

Il compito della satira oggi, come nel passato, è quello di dare un punto di vista “sbollato”, non convenzionale, comico, surreale, grottesco (gli aggettivi possono sprecarsi) su ciò che ci sta intorno. Dalla società alla politica passando per la vita, la satira è uno strumento (come altri) per cercare di capirci qualcosa in più, per cercare di analizzare i tempi in cui viviamo, strappando magari un sorriso, o una risata, che sono i modi migliori per affrontare gli aspetti negativi dell’esistenza.

Il progetto del Terzo segreto di satira è partito scherzando sui problemi sociali e politici. Al tempo del politicamente corretto si può ridere di tutto senza scontentare nessuna categoria?

Secondo il nostro punto di vista si può ridere su tutto e non ci sono categorie intoccabili. Diciamo che se si vuole spingere l’acceleratore verso tematiche spinose, delicate, o banalmente complesse, bisogna cercar di essere inattaccabili nei contenuti e nell’umorismo che si è voluto usare. Poi, dato che la comicità non è una scienza esatta, può sempre capitare di dirla troppo grossa alle volte e scontentare o offendere qualcuno. Va detto anche che la Satira o la comicità non hanno lo scopo di non scontentare e crediamo che per essere fatte bene, non possano porsi il vincolo di piacere a tutti, dagli 0 ai 90 anni.

Dalla satira greca agli stand-up comedian e agli youtuber, qual è il futuro della satira al tempo di ChatGPT?

Ad oggi non siamo in grado di fare una previsione accurata, diciamo che quando la satira sarà fatta dall’intelligenza artificiale, vorrà dire che l’intelligenza artificiale avrà sentimenti e si renderà conto dei problemi che ci circondano. L’aspetto negativo è che forse a quel punto l’uomo sarà obsoleto.

Il vostro nome ha un forte richiamo alla fede. Si può fare satira religiosa in Italia?

Il nostro nome è un mero gioco di parole che voleva anche ironizzare appunto sulla fede, soprattutto per come è sentita in Italia. Diciamo che la religione è uno degli argomenti più delicati di cui parlare nel nostro paese, al pari del calcio. Si fa davvero meno fatica a parlare di politica o società, anche perché alle volte la satira decide di essere dura, forte, con un linguaggio non per tutti, e in Italia non si è ancora pronti e forse non lo si sarà mai, per affrontare la religione in modo provocatorio.

La Puglia è terra di Carnevali, a partire da quello storico di Putignano, periodo dell’anno in cui si rovesciano i ruoli del potere. La nostra Regione si conferma patria di comicità?

Assolutamente sì, pensiamo a Solfrizzi, Banfi, Zalone o a tutti quei milanesi pugliesi alla Teocoli o Abatantuono che hanno appunto contribuito a far diventare grande la comicità meneghina. Diciamo che in Italia, avendo una forte impronta regionale, si casca sempre bene, e pur essendo gli italiani molto diversi geograficamente, sono comunque accomunati dal piglio tipico del belpaese che nel bene e nel male ci accomuna tutti e ci permette di non prenderci troppo sul serio e ridere di noi.

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