Sui risarcimenti dell’ex Ilva
ecco la beffa per le famiglie

di Dalila Scagliusi

In conseguenza dell’annullamento del processo di primo grado i Riva hanno notificato a 31 famiglie un decreto ingiuntivo per la restituzione di 5mila euro.

Il rione Tamburi di Taranto, quartiere satellite dell’ex Ilva, piange soldi oltre che vite. Trentuno famiglie dovranno restituire a Nicola Riva, ex patron dell’acciaieria, le somme ottenute a titolo di risarcimento del danno, subito a causa delle emissioni nocive dell’impianto siderurgico. A stabilirlo è stata la Corte d’Assise d’appello di Taranto, che ha accolto il ricorso dell’avvocato Bernardino Pasanisi che assiste nelle questioni civili Nicola Riva. Ciascuna famiglia dovrà restituire 5mila€, 155mila€ in totale.

Il provvedimento è la conseguenza dell’annullamento della sentenza di primo grado. A causa, infatti, della presenza di due magistrati onorari tra le parti civili, la Corte d’Appello di Taranto, a settembre, ha disposto il trasferimento del procedimento “Ambiente svenduto” a Potenza per un evidente conflitto di interessi. Il processo ripartirà, quindi, da zero in una sede diversa.

Le somme ricevute dalle famiglie erano state distribuite dal Codacons – associazione a tutela dei consumatori e dell’ambiente – che si era costituito parte civile nel processo e aveva avuto il compito di consegnare gli assegni in un incontro pubblico.

“Riva, divenuto più ricco che mai grazie all’Ilva e ora accusato di aver avvelenato il territorio di mezza regione Puglia consapevolmente per anni, decide di non aspettare la decisione del Tribunale di Potenza o della suprema Corte di Cassazione che domani si riunirà per decidere sulle sorti della sentenza di annullamento di Taranto, e notifica alle vittime un decreto ingiuntivo. Oltre al danno anche la beffa”: è stato questo il commento del Codacons.

Ti potrebbe interessare...

Mediaterraneonews TV